Leggi le FAQ, rispondono a tutte le domande. Se hai ulteriori dubbi non esitare a contattarci.
Inserisci le tue credenziali

L’Oceania è un continente che respira insieme alla sua terra, un mosaico di isole e foreste dove l’uomo e la natura non si fronteggiano, ma si ascoltano. È una culla di civiltà antiche, di popoli che ancora oggi camminano a piedi nudi sul terreno sacro, conoscendone ogni battito, ogni segreto. Nelle giungle e nelle montagne di West Papua, il tempo sembra essersi fermato: qui la vita segue i ritmi della pioggia e del sole, del canto degli uccelli del paradiso e del rumore lontano dei fiumi che scolpiscono la terra.
Tra le valli sperdute e i villaggi sospesi nel verde, le popolazioni indigene custodiscono una sapienza che parla di equilibrio e rispetto. I Dani, i Korowai, gli Asmat — nomi che evocano mondi remoti — intrecciano la loro esistenza con la foresta, costruendo case tra gli alberi, danzando per gli spiriti della natura, tramandando leggende che nascono dal respiro stesso del vento. Ogni gesto è rito, ogni parola è legame: con la terra, con gli antenati, con il mistero che li circonda.
In questa regione selvaggia, l’uomo non domina il paesaggio, ma ne è parte integrante. La natura non è solo scenario, è identità, nutrimento, casa. Le montagne si innalzano come cattedrali di pietra, i fiumi scorrono come vene di un corpo vivente, e nella nebbia che avvolge le foreste si percepisce un silenzio sacro, antico come il mondo.
L’Oceania, nelle sue terre più remote e incontaminate, ci ricorda che esiste ancora un modo diverso di abitare la Terra — un modo fatto di ascolto, di armonia e di profondissima appartenenza. Qui, ai confini dell’oceano e del tempo, la vita continua a pulsare nella sua forma più pura, e l’essere umano torna a essere ciò che è sempre stato: un figlio della natura, e il suo custode silenzioso.
Gli ultimi uomini che vivono sugli alberi, nella giungla di Papua