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La Mongolia è un luogo magico, che, per il fascino dei grandi spostamenti via terra e per la straordinaria bellezza e autenticità dei luoghi visitati, lascia emozioni incancellabili. Un’avventura in 4x4 in cui esploriamo la desertica zona centrale, alla mercé del Gobi, il più inospitale e difficile dei grandi deserti del mondo, e la remota regione degli Altai, al confine con Russia, Cina e Kazakistan. Terra di genti nomadi, dove i cavalieri kazaki si esercitano in autunno e inverno in battute di caccia con l’aquila. E una volta l’anno, si ritrovano per celebrare l'antica arte venatoria: è proprio in corrispondenza del famoso Festival delle Aquile, infatti, che si svolge il nostro viaggio. Prendiamo parte a due giorni di festival per ammirare i cacciatori a cavallo, inseparabili dai loro rapaci, che esercitano la loro arte al galoppo, avvolti in abiti tradizionali con cappelli rossi. Uno spettacolo che sembra uscito dai racconti di Marco Polo, riservato a chi vuole cogliere la vera essenza di questo territorio straordinario e del caleidoscopio di etnie che lo abitano.
Hotel livello comfort a Ulaanbataar, tenda gher, homestay in condivisione con gli altri partecipanti
Autoveicoli con driver locali 4x4
Partenza dall'Italia con volo intercontinentale per Ulanbaatar. Pasti e pernottamento a bordo.
Arrivo all'aeroporto di Ulaanbaatar, assistenza del nostro personale per il disbrigo delle pratiche doganali e trasferimento in hotel.
Al mattino partiamo presto, arrivando a Kharkhorin, l’antica capitale dell’Impero Mongolo di Gengis Khan, dove sono rimaste 2 delle 4 tartarughe di pietra che originariamente segnavano i confini della città. Visita al monastero-museo di Erdene Zuu, costruito sui ruderi di Kharkhorin. Dopo la visita dell’antica capitale si raggiunge il monastero di Shank, situato a 30 km, dove siamo graditi ospiti. Shank è un piccolo e antico monastero che un tempo custodiva la bandiera di Gengis Khan; si trascorre con i monaci parte della giornata e si pernotta nella nuova foresteria adiacente. La sistemazione monastica rappresenta l’occasione per dare un contributo concreto a questa piccola comunità di monaci.
Trasferimento verso il lago Terkhiin Tsagaan, circondato da crateri di vulcani spenti, il più "giovane" dei quali è il Khorgo. La strada si dipana tra monti e vallate, e dal punto più alto si può godere un panorama di inimmaginabile bellezza. Ingresso al Parco Nazionale di Terkhiin Tsagaan ed arrivo al lago. Visita al vulcano Khorgo, in pochi minuti si raggiunge la sommità del cratere.
Oggi si parte per la prima delle regioni più occidentali della Mongolia, lo Zavhan, raggiungendo Tosontsengel, cittadina di 9.000 abitanti, che vive del commercio del legno, tagliato dalle foreste della catena montuosa dei Khangai. La strada odierna è molto panoramica, ricca di scorci e passi di montagna, fino a raggiungere appunto Tosontsengel: situata tra ampi pascoli di montagna, la cittadina è tra le più fredde al mondo.
Partenza per la regione di Uvs, famosa per i suoi laghi, che sono tra i più grandi della Mongolia. In particolar modo, la regione è dominata proprio dal grande lago di Uvs, al confine con la Russia, il cui bacino è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco. Tutti i 500 km di strada affrontati nella giornata sono su ottimo percorso d'asfalto terminato di recente, che ci accompagna fino a Ulaangom, il capoluogo della regione di Uvs.
I 260 km di oggi sono tra i più belli della Mongolia: poco dopo esser partiti da Ulaangom, il nostro percorso devia a sud, salendo su una stupenda catena montuosa che preannuncia l'incredibile lago Ureg e il vasto lago Achit, che appartiene per metà alla regione del Bayan-Ôlgij, abitata per lo più da popolazione di etnia kazaka. Nel pomeriggio raggiungiamo Ôlgij, capoluogo della regione, cittadina dell’estremo ovest mongolo, dove l’Islam è la religione predominante, e l’arabo e il kazako sostituiscono il mongolo come lingua di uso comune. Se possibile, visitiamo il caratteristico mercato locale. In questa città, alloggiamo presso una famiglia locale, che ci mette a disposizione alcuni locali della propria abitazione, per accoglierci.
Un’intera giornata dedicata al Festival delle Aquile, che celebra l’antica tradizione kazake della caccia con l’aquila reale. Dalle alture circostanti, i cacciatori tolgono i cappucci ai loro maestosi animali e li lanciano verso il cielo. Nel frattempo vengono rilasciate le prede, le aquile perdono lentamente quota, poi, con uno scarto improvviso e fulmineo, piombano sulla preda immobilizzandola. Qui interviene il cacciatore, che deve essere celere a raggiungere i contendenti, prima che la preda possa ferire l’aquila. A contorno del torneo vi sono molti eventi paralleli come concerti, sfilate con abiti tradizionali, mercatini di borse e tappeti di feltro tradizionali. È molto particolare il “Kokbar”, che ricorda molto il Buskashì, il gioco nazionale afgano: due squadre di cavalieri si contendono la carcassa di una capra decapitata. È un gioco privo di regole: basta impossessarsi della carcassa, ogni metodo è lecito. Dopo le premiazioni, concluso il festival, abbiamo qualche ora per visitare questa atipica città mongola, con il bazar e la moschea dove si respira un’aria quasi medio orientale. Per finire, si segue un concerto di musica tradizionale kazaka.
Dopo il pranzo al Festival delle Aquile, partiamo per la città di Hovd, capoluogo dell'omonima regione, che raggiungiamo percorrendo 260 km di strada asfaltata che attraversa gli Altai
La mattina partiamo per un’escursione alla grotta di Tsenkheriin Agui: alta circa venti metri, custodisce alcune meravigliose pitture che risalgono al Paleolitico (da 12.000 a 40.000 anni fa). Si tratta di raffigurazioni di animali, nomadi e altre immagini misteriose. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo la città di Altai, capoluogo dell’omonima regione. Sistemazione in un hotel locale.
Lunga giornata di spostamento, durante la quale costeggiamo gli Altai, che declinano nel deserto del Gobi, attraversando la zona semi arida della regione di Bayankhongor, fino a raggiungere la città di Arvaikheer, capoluogo della regione dei Khangai meridionali. Pernottamento in hotel locale 550 km.
Al mattino, partiamo per Ulaan Baatar, capitale della Mongolia. Arrivo nel tardo pomeriggio e pernottamento o, a seconda dell’operativo voli, partenza notturna per l’Italia.
Volo di rientro in Italia. Arrivederci alla prossima avventura!
Hotel livello comfort a Ulaanbataar, tenda gher, homestay in condivisione con gli altri partecipanti
Autoveicoli con driver locali 4x4
Passaporto con validità residua di almeno 6 mesi. Visto NON necessario per turismo e per i cittadini italiani. Nessuna vaccinazione obbligatoria
Viaggio molto intenso, che si sviluppa lungo un itinerario on the road nelle regioni occidentali della Mongolia, remote e scarsamente popolate. Il viaggio in Mongolia per il Festival delle Aquile è ideale per gli amanti dell'avventura e della cultura nomade: chi è disposto a mettere da parte il comfort, scoprirà un paese meraviglioso, destinato a lasciare un segno nel viaggiatore per la meraviglia del paesaggio e per l'autenticità delle proprie tradizioni.
Nella capitale si dorme in hotel. Al di fuori della capitale i pernottamenti sono previsti in campi di gher o semplici guesthouse. Le “ger” sono vere e proprie abitazioni circolari tipiche del luogo, usate dalle popolazioni nomadi e seminomadi dell’Asia Centrale da millenni. Sono spaziose e realizzate con una struttura in legno rivestita di feltro dove si entra stando in piedi. Sono essenziali, senza particolari comodità, ma dotate di tutto ciò che possa consentire di cogliere e fruire della tipicità del modo di vivere delle popolazioni del posto. I servizi, bagni e docce, nei campi di gher sono comuni e anch’essi essenziali, posti in una tenda o altra sistemazione stile campeggio. Difficilmente si trovano letti matrimoniali nelle ger, quasi sempre si tratta di letti singoli. Nei capoluoghi di provincia ci sono dei piccoli hotel. Suggeriamo di portare un asciugamano e un sacco lenzuolo se si vuole la garanzia dell’igiene.
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